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La vacanza ideale



In questo momento avrei bisogno di due cose. Non sono la it-bag smarchettata dalla fashion blogger dell’ultima ora e nemmeno la gonna pantalone di Zara. No, niente di ciò.
Quello di cui adesso ho davvero bisogno, sono un lavoro decente e una vacanza. Lo so che sono due “concetti” opposti, ma sto vivendo un periodo pieno di contraddizioni.
I social network mi annoiano, non sopporto più internet, ma allo stesso tempo non reggo nemmeno la vita reale. Mi mancano prospettive per il futuro e non so come crearne di nuove. Niente mi interessa  e non ho più nulla da dire. Zero opinioni, zero idee. Se qualcuno mi chiedesse come mi chiamo avrei bisogno di qualcuno che me lo suggerisca…
Ecco perché una vacanza ci starebbe tanto bene. La mia ultima partenza risale al 2007 quando sono stata a Parigi. Due anni fa ho “rischiato” di andare in Sardegna, ma poi si è concluso con un nulla di fatto… Quindi ho deciso che quest’anno più che mai ho necessità di partire. Perché, ragazzi miei, stare a casa senza fare niente non è vacanza. Osservare i palazzi dalla finestra o le macchine che passano giù per la via, non è proprio il massimo della vita. Ho bisogno di vedere un orizzonte diverso, respirare un’aria che non sia sempre quella della mia città (la Metropoli Oscura), camminare su strade mai battute…
Dopotutto anche per organizzare una vacanza ci vogliono delle idee ed io in questo momento, come ho appena detto, non ne ho. I miei unici due neuroni funzionanti sono diventati pigri persino loro e secondo me si stanno pure sulle palle a vicenda, quindi è una lotta continua e quotidiana. Una cosa la so però, niente campeggio o simili, niente città d’arte con chilometri di musei da visitare, niente ostelli che sarò pure morta di fame, ma c’ho una certa età e ‘ste cose si fanno da giovincelli.
Resta la vacanza a bordo piscina o in riva al mare, magari con soggiorno in una bella villa hollywoodiana che un ricco e facoltoso filantropo dal cuore d’oro vuole mettere a disposizione di una povera serva della gleba come me. Ecco, in questo caso posso affermare con una certa sicurezza che i miei due neuroni, per una volta, sarebbero in accordo.


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