Frequentavo il secondo o terzo anno di liceo, non ricordo bene, ma comunque si tratta di tanti e tanti anni fa (che è meglio non fare calcoli per stabilire con precisione quanti).
Erano di certo gli anni '90 e nessuno aveva ancora potuto ammirare la frangetta di Brenda Walsh.
Non so chi abbia parlato di corsi e ricorsi storici (forse Giambattista Vico), ma abbiamo imparato che anche nella moda è un po' così, quindi è sempre meglio non buttare via nulla.
Quell'anno andava di moda il tartan e in particolare gli shorts in tartan.
Nel millenovecentonovantaqualcosa tutte le teenager (o quasi) ne possedevano un paio, mostrando come anche all'epoca, gli adolescenti fossero creature influenzabili con una spiccata tendenza all'omologazione che sceglievano di vestirsi in base a quello che indossava la massa. Non importa se gli shorts ti facevano sembrare una balenottera azzurra, se ce li aveva la tua compagna di banco, ce li dovevi avere pure tu (ed eventualmente indossarli per andare il sabato pomeriggio in discoteca).
Purtroppo venne il giorno in cui anche la mia compagna di banco li prese e fui colta da profondi conflitti interiori. Lottai strenuamente con il fatto che a me i pantaloncini in tartan non piacevano e nonostante il mio culetto a mandolino li avrebbe calzati alla perfezione, non riuscivo a decidere. Ricordo che con una mia amica, andai al negozio per provarli come se andassi al patibolo. Speravo di non trovare la taglia, che la boutique avesse preso fuoco durante la notte o che nel frattempo ritornassero di moda i pantaloni a zampa di elefante (cosa poi avvenuta qualche anno dopo).
Non provai nemmeno un paio di shorts perché la mia attenzione venne attirata da una gonna rossa in tartan. Decisi di comprarla sfidando le rigide convenzioni adolescenziali sull'abbigliamento: ci vestiamo uguali perché siamo una tribù, un gruppo, una squadra e se fai diversamente, non solo sei fuori, ma ti esponi alla pubblica umiliazione. Tuttavia per me la vera umiliazione sarebbe stato indossare qualcosa con cui non mi sentivo a mio agio, qualcosa che a causa dell mia insicurezza di adolescente, mi avrebbe fatto sentire ancora più in imbarazzo. Quindi, se dovevo fare la figura della "pecora nera" , preferivo vivere quel momento indossando una gonna in tartan.
Come è facile immaginare, quando ho messo la gonna per un festa, nessuno mi ha relegato in un angolo, anzi, c'è stata pure una mia amica che mi ha detto "Hai fatto bene a prendere la gonna, ti sta bene! Qui siamo tutte uguali co' 'sti pantaloncini...!"
Ciao Silvia! Bellissimo questo post! Mi sa tanto che siamo coetanee perchè ricordo molto bene il periodo del liceo e degli shorts di tartan!!! Nei 90's li ho avuti anche io eccome, come il resto della mia classe! Ma all'epoca li detestavo! Me li aveva comprati mia madre e credo di averli indossati giusto un paio di volte! La gonna tartan invece l'ho ripescata proprio di recente, sul mio blog ci sono un paio di post a tale proposito... ne ho due una rossa comprata in Inghilterra e una vintage sul marrone, le adoro entrambe! Continua anche tu con il blog mi raccomando!
RispondiEliminaCiao Tati! Ahahah, sì all'epoca quegli shorts imperversavano... Quella invece per me fu l'unica gonna in tartan della mia vita. Putroppo l'ho buttata, chissà se sarei riuscita ancora ad indossarla dopo tutti questi anni?
RispondiEliminaUn bacio e grazie di essere passata :-)
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